Ricarichi sul prezzo del vino e limiti alcolici alla guida
E’ ancora una volta duro l’intervento del presidente della Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana, Mauro Marconcini, nei confronti di un tipo di ristorazione che, anziché alleviare la crisi del mercato enologico, la rende ancora più pensante complici prezzi da capogiro con ricarichi esosi per bordolesi e vini sfusi della casa. “ In questo momento di estrema difficoltà in cui versano tutte le aziende italiane, e quelle del mercato del vino di conseguenza” commenta Marconcini “ mi aspetterei maggiore senso di responsabilità da parte dei nostri ristoratori. Non è il momento di “gonfiare” oltremisura i prezzi del nostro vino. Vendere una bordolese del vino del luogo a 20 euro in pizzeria, come mi è capitato di dover pagare proprio nel cuore del nostro Chianti, è assurdo. Si può arrivare ad un ricarico del doppio del costo di acquisto, ma quadruplicarlo diventa follia. I ricarichi sproporzionati dalla vigna al bancone dei bar o alle tavole dei ristoratori non fanno altro che danneggiare il mercato del vino. Bisognerebbe invece pensare di più a fare squadra che non al guadagno immediato che, a lungo andare, non paga perché fa sentire il consumatore non garantito nel rapporto qualità –prezzo del prodotto che acquista. Un lavoro di squadra che coinvolga ristoratore, produttore e addetti ai lavori sul territorio, che valorizzi il territorio di produzione e lo stesso prodotto senza ricarichi eccessivi ed esosi che altro non fanno che scoraggiare e limitare il consumo del vino nei ristoranti, osterie e pizzerie. Si potrebbe ad esempio“ prosegue Marconcini “ pensare in squadra ad inventare bottiglie anche di capacità inferiore alle bordolesi, così come alla possibilità di far portare a casa la bottiglia di vino non completamente degustata al proprio cliente, magari incartandola in un sacchetto apposito offerto dal ristoratore”.
“Lancio quindi un appello a tutte le Strade del vino perché ognuna suo modo si faccia portavoce sul territorio di una sana e salubre cultura del vino che valorizzi il prodotto e il territorio stesso, tentando di abolire la vendita dl vino sfuso in caraffa, ma di un prodotto riconoscibile con l’etichetta e il nome del produttore, a tutela di garanzia per il consumatore.”
Marconcini torna poi a parlare di un tema a lui caro, ossia il proibizionismo sui limiti alcolici che riguardano la sicurezza alla guida.“ Dopo le disposizioni di legge approvate quest’estate, ancora una volta torno a ribadire che non si può pensare soltanto ad abbassare il livello di alcol consentito per chi guida. Invece di proibire e reprimere, insegniamo ai giovani la cultura del bere bene.
Il problema vero” commenta Marconcini “è che molti giovani non conoscono la
cultura del vino durante i pasti in famiglia e, quando escono , più che il vino o oltre al vino, bevono superalcolici. Come più volte ribadito, Il nocciolo del problema,a mio avviso, più che sulla quota massima di alcol consentita al volante, dovrebbe spostarsi su una campagna del bere consapevole e razionale che, invece di proibire, educhi al consumo moderato e responsabile, un consumo di prodotti di qualità, soprattutto locali.”