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Salta il Vinitaly 2020…

Salta il Vinitaly 2020…

Terre del Vino Terre del Vino M a g g i o | G i u g n o 2 0 2 0

Dovevamo vederci al Vinitaly, ma le cause che tutti conoscete ce lo hanno impedito. Eravamo già avanti con la programmazione di presentazioni e degustazioni per deliziare il palato e la mente degli appassionati dell’enoturismo, del turismo gastronomico ma
tutto (non solo vinitaly) è rimandato al 2021. Diciamoci la verità. Abbiamo tutti, governo e cittadini, sottostimato l’impatto di questo virus. Da fine gennaio abbiamo letto distrattamente di quanto stava accadendo nel lontano oriente, cercando di prenderne le distanze, senza prendere in considerazione il fatto che in un mondo globalizzato come il nostro il virus poteva viaggiare agevolmente con il via vai dei milioni di persone che si
muovevano giornalmente. Come tante formiche in cerca. Almeno le formiche sanno cosa cercano: cibo. Oggi, dopo un mese chiusi in casa, ci chiediamo se era sempre indispensabile. Non siamo soli a prendere abbagli, come stiamo vedendo, anche Germania, Francia, Spagna e perfino gli stati
Uniti d’America hanno, dopo di noi, sottovalutato il problema. Ancora non
abbiamo notizie del continente africano.

Come in una tempesta perfetta, la crisi ha colpito contemporaneamente offerta e domanda a livello mondiale. È successo quello che nessuno aveva mai pensato potesse succedere in questa civiltà del benessere. TUTTO SI È FERMATO.

Alcune fabbriche hanno chiuso per carenza di componenti forniti da altri paesi e contestualmente il blocco dei voli, la chiusura degli esercizi commerciali e la quarantena hanno (tranne alcuni casi) azzerato la domanda. Ci siamo accorti che dipendiamo dagli altri, vedi le mascherine. La chiamano interdipendenza. Tutti i settori sono stati colpiti. Per i soci delle strade del vino è complesso, si sono bloccate le vendite ai rivenditori con bar, enoteche, ristoranti chiusi. Sono ferme le esportazioni sia per la chiusura delle attività ed anche per una certa diffidenza che avrà bisogno di tempo per rientrare. Il virus ha bloccato tutto il lavoro che deriva dalla nostra missione statutaria: l’accoglienza turistica, così come per tutto il sistema turistico sono arrivate a raffica le disdette delle prenotazioni. Per adesso fino al 31 maggio prossimo ma mentre andrà in stampa la rivista non arriveranno aggiornamenti positivi. Possiamo ottimisticamente prevedere che prima di rifare una vendita in cantina ed accogliere i nostri enoturisti arriveremo a fine giugno –luglio e prima di rivedere gli stranieri almeno la fine di agosto. Significa non lavorare per un anno. Non è pensabile che uno shock di questa portata si assorba senza una riflessione profonda su quello che è stato fin qui il nostro operato e soprattutto su come sarà nel futuro.

Questa situazione così difficile e complessa, può comunque rappresentare una grandissima opportunità di cambiamento.

In questi giorni, sono emerse tutte le mancanze e i nodi irrisolti, che da anni ci trascinavamo dietro, uno per tutte “la burocrazia”, ma al contempo si sono liberate energie nuove e una grande voglia di riscatto. L’augurio è che tutto quello che ci sta accadendo porti con sé una trasformazione culturale sia nel mondo del lavoro, ma soprattutto nella vita di tutti i giorni. Dovremo cominciare a pensare che il nostro primo interlocutore è l’appassionato, il ristoratore, il barman, vicino a noi. Dal punto di vista economico, la crisi sarà profonda, ma come sempre, nel momento della difficoltà, abbiamo sempre dato il meglio di noi. Lungimiranza, inventiva e lo sconfinato retaggio culturale anche questa volta verranno in nostro soccorso. Necessariamente ci troveremo a ripensare al nostro modello di
sviluppo, ad orientarci verso attività sempre più sostenibili ed eque, ma
soprattutto etiche e ragionate. Questi valori dovranno essere rappresentati
anche dalle nostre cantine e dai nostri prodotti, come già facciamo. Forse dovremo iniziare a dirlo meglio e di più. Un modello di sviluppo sostenibile, basato sui principi di salvaguardia e valorizzazione delle risorse e sul rispetto dell’ambiente e della salute del consumatore. Il mondo agricolo non si illude da qualche luccichio di telecamere, è costantemente preparato all’imprevisto (gelate, malattie, intemperie…), consapevole che non c’è governo che si può occupare di questo. Sa che la sua vera forza sta nella sua capacità di risollevarsi. Qualità! Collaborazione! Lungimiranza! E ricordiamoci che solo se restiamo uniti ce la faremo.

Pier Paolo Lorieri
Presidente Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana
Federazione Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di Toscana

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